Balanzone

Via Petroni, 22

balanzone

I locali più esclusivi hanno i buttafuori, persone giganti pagate per stare con le braccia incrociate e guardare male gli sfigati – ma i veri sfigati sono loro. Poi in via Petroni, ai tempi in cui la zona universitaria non era stata ancora silenziata dal comitato di elettori che vogliono dormire, c’è stata per un periodo, proprio sotto lo striscione del comitato, la figura del buttadentro. Era una figura mitologica situata al varco, come i mostri Scilla e Cariddi o come il traghettatore Caronte: un uomo altissimo, coi capelli lunghi, che aveva la voce consumata dal grido «Allora? Sapete giocare a Tetris?», con cui incastrava più gente possibile nei pochi metri quadrati (appiccicosi) del bar.

Cinema

Il duro del Roadhouse

Musica

Dead Man Tetris, Flying Lotus

L’esperto consiglia

Sesapetegiocareatetris bevetevi un Vodka e Guglielmo.

Camera a sud

Via Valdonica, 5

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Turista da fighettolandia in visita a Bologna: secondo lei c’era troppa cultura in città. Biblioteca, biblioteca, università, biblioteca, cinema, biblioteca, sala studio, museo, università, biblioteca, biblioteca, cineteca, pinacoteca, accademia, università… Non ne poteva più. Le persone qui fanno discorsi troppo impegnativi anche durante l’aperitivo. E guarda questo bar: è pieno di libri!

Cinema

Sud Side Stori

Musica

Camera a sud, Vinicio Capossela

L’esperto consiglia

Un calice di Primitivo di Manduria, facciamo due, anche tre e poi perditi tra i vicoli del Ghetto. Ne vale la pena.

Altotasso

Piazza San Francesco, 6

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Una volta un francese un po’ ubriaco sosteneva di conoscermi. Con l’indice premuto sul mio petto, biascicava: «Conosco la tua faccia». Lo conoscevo di vista, perciò l’ho lasciato parlare: «Io ho un potere: certe volte rivedo in un attimo tutte le serate qui dentro. Le persone vanno e vengono, parlano, bevono… e sono una massa grigia, senza forma. E poi ci sono delle persone, qua e là, che sono un po’ mosse, sfarfallanti, però riesco a vedere le loro facce, perché sono sempre qui: le riconosco attraverso il tempo».

Cinema

Volti

Musica

Stato brado, Truceklan feat. Primo (CorVeleno)

L’esperto consiglia

Finire la serata all’Altotasso con un bicchierino di assenzio verde è d’obbligo. Ricordatevi che a novembre non potete non chiedere il loro vino novello! Chiccheria!

Osteria dello Scorpione

Via Santa Caterina, 75

scorpione

SCORPIONE (23/10-21/11)

La giornata è sopravvalutata. Goditi la serata. Bevi, gioca, fuma, parla con qualcuno sottovoce. Se fai le ore piccole, potresti trovarti a dover passare sotto una serranda abbassata a metà.

Cinema

Scorpio rising

Musica

Wind of change, Scorpions

L’esperto consiglia

La pasta e fagioli dello Scorpione è un ottimo rimedio alla depressione tipica dell’inizio settimana, e se poi ci bevi del vino rosso rischi che il lunedì diventi il tuo giorno preferito!

La Linea

piazza Re Enzo, 1

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Sarò un cretino, ma la scena che ho in testa è sempre la stessa. I giovani Ferretti e Zamboni, vestiti di eskimo con la bandierina della Germania, che giocano a dirsi cose in sovietichese di notte, ubriachi, con un bicchiere ancora in mano, sotto il portico più in là, dove si può sussurrare in un angolo e la voce arriva forte e chiara nell’angolo opposto. Magia del KGB. Per fortuna non è mai successo – credo.

Cinema

La sottile linea rossa

Musica

Emilia paranoica, CCCP

L’esperto consiglia

Una parte di campari, una di gin e una di prosecco, questo è quello che si beve al bar La Linea di Bologna.

Mutenye

via del Pratello, 44

 

mutenye

Mutènie? Miutènie? Mutèni? Mutenai? Mutenié? Mutenì? Non lo capiremo mai. Comunque è il nome del legno.

Cinema

Banditi a Milano, Carlo Lizzani

Musica

La nostalgia e la memoria, Assalti Frontali

L’esperto consiglia

Una pinta di Guinness per una serata legnosa ma non lagnosa.

Antica Stuzzicheria (Antonio)

via Mascarella, 60

antica_stuzzicheria

Esiste una legge non scritta che una volta mi è stata riferita a voce da una ragazza durante una Festa di Fine Fusti – e che poi ho avuto modo di verificare di persona. Questa ragazza conosceva la legge non scritta perché l’aveva sentita da un’altra persona, che a sua volta l’aveva imparata da chissà chi. Insomma, è una legge che si tramanda oralmente di bevitore in bevitore. Trattandosi di una legge non scritta, non la posso scrivere. Se ci vediamo da Antonio, una volta, ve la dico. Posso dire solo che riguarda i sentimenti e gli innamoramenti e il rischio che queste cose bellissime un giorno finiscano e le persone coinvolte invece restino lì nel bar per sempre – e forse ho già scritto troppo.

Chi frequenta l’Antica Stuzzicheria di Antonio abitualmente, riesce a vedere la quantità di persone che vanno lì da sole. Non è un bar per cuori solitari, né un ritrovo di cuori infranti – ma un po’ slabbrati forse sì – e, anzi, i tavoli sono sempre pieni di innamorati e innamorandi; c’è però qualcosa nell’aria, nella birra, nella ‘nduja, in Antonio stesso e nelle sue collaborine che, per gli spiriti, gli alieni e certe strane creature che passeggiano sotto i portici di Bologna senza vergogna di essere soli, è come il miele. E così tra una tavolata che sbevazza e fa caciara e una coppia che bisbiglia a lume di candela, fanno presenza fissa alcune figure ricorrenti che – dipende dalla serata e dipende dalle persone – talvolta restano per delle ore in silenzio a bere un paio di birre e poi se ne tornano da dove sono venute, talvolta si riconoscono, si trovano, fanno comunella tra loro e si schiodano dal bar solo quando Antonio le invita gentilmente a uscire col suo classico: «Ma insomma, non ce l’avete una casa?».

Sono abbastanza sicuro che tutti questi spiriti, questi alieni, queste creature, la legge non scritta la conoscono bene: si capisce dagli sguardi che si scambiano, dalle cose che dicono – e da come le dicono – che quando la infrangono sanno il rischio che corrono.

Cinema

Un ragazzo di Calabria, Luigi Comencini

Musica

Calabria mia, Mino Reitano

L’esperto consiglia

Sei nella patria dell’amaro del Capo e non posso non consigliartelo. Non ti piacciono gli amari? Dai, prendilo lo stesso e goditi lo spettacolo che ti offrirà Antonio.

Senza Nome

via Belvedere, 11/b

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Giugno, sabato pomeriggio, un tavolino all’aperto in piazza Belvedere

Bevo una bibita fresca coi miei amici e ho quella sensazione che ci sia qualcosa nell’aria e me lo sto perdendo. Si sentono da lontano le cicale del Pincherle e da vicino il risucchio delle nostre cannucce infilate nel chinotto.

Giugno, stesso sabato pomeriggio, un altro tavolino all’aperto in piazza Belvedere

Sopra al tavolo e ai bicchieri di un bel gruppetto di persone non udenti e non parlanti, ma bravissime a leggere i labiali e muovere le mani, è in corso una sentita discussione su qualcosa che, per l’agitazione con cui ne parlano, dev’essere davvero importante. Uno – il mattatore – sta mezzo in piedi, col culo alzato dalla sedia, fa dei gesti molto ampi e guarda negli occhi ora quello a destra, ora quell’altro a sinistra, i quali provano a intervenire a loro volta, ma non riescono mai a imporsi. Due che ovviamente sono dalla parte opposta del tavolo, si fanno dei segni a distanza e scandiscono bene il labiale per capirsi meglio. Un piccolo consesso di allegre comari commenta forse una questione tangenziale all’argomento del mattatore, o forse tutt’altro. Uno sbotta, si alza e se ne va, speriamo a prendere da bere. Volano mani e volano labiali come volano parole ai pranzi di Natale da zia Caterina.

Cinema

I senza nome, Jean-Pierre Melville

Musica

A horse with no name, America

L’esperto consiglia

Al Senza Nome ci si mangia tanto e bene, bisogna proprio dirlo, e con del Sangiovese ci si sta pure meglio!

Boteco

via San Vitale, 17/b

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Hai presente quando entri in un locale e c’è musica dal vivo ma non te l’aspettavi, perché il locale è troppo piccolo per fare musica dal vivo e allora ti chiedi come sia possibile, perché la senti – senti una voce bellissima che canta e delle plettrate sulle corde di una chitarra acustica – ed è evidente che non può essere una registrazione – ci sono troppe vibrazioni, il suono è troppo fisico per essere una registrazione – e infatti se guardi bene la cantante c’è, però è solo una ragazza su uno sgabello che ha imbracciato una delle chitarre appese al muro per cantare una canzone davanti a un gruppetto di amici e altri avventori occasionali tra cui anche tu, che sei arrivato proprio sul finire della canzone, quando l’ultimo accordo resta un po’ a galleggiare nella stanza e tutti trattengono il fiato in un attimo di incertezza, prima di realizzare che la canzone è proprio finita ed è il momento di battere le mani? Ecco.

Cinema

La magnifica preda, Otto Preminger

Musica

La compagnia, Lucio Battisti

L’esperto consiglia

Il San Simone è un ottimo amaro piemontese. Dove lo ho scoperto? Al Boteco! Salute!

Marsalino

Via Marsala, 13

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Lui fa girare il vino rosso nel bicchiere. È appena stato dal barbiere (barba e capelli); ha l’aria di uno che ci va spesso – e che si serve da uno bravo.

Lei fa un paio di scroll sul telefono e poi lo posa sul tavolo. La sua pelle è di porcellana, le sue labbra sono ciliege, le sue ciglia sono ali di corvo.

Siedono uno accanto all’altra, ben vestiti, in nero e toni di grigio. Sono regali, sono due principi della notte. Provo a indovinare: lui studia economia e lei vuole sfondare come fashion blogger. Non saprò mai se ci ho preso. I due sorseggiano il vino e bisbigliano solo le solite, noiose parole d’amore:

«Com’è andata la giornata?».

«Bene, dai».

«…».

«Tu? Che hai fatto oggi?».

«Mah. Niente».

«…»

«Ho visto Carlotta, ti saluta».

«Ah, Carlotta. Come sta?».

Siedono spalla a spalla, capo verso capo, vicini quanto basta per mantenere languida la voce e riuscire comunque a sentirsi. Sono perfetti così. Lui guarda il vino vorticare nel bicchiere; lei, con la coda dell’occhio, segue il culo di un cameriere.

Cinema

Viva l’Italia, Roberto Rossellini

Musica

Lettera da Marsala, Roberto Vecchioni

L’esperto consiglia

Marsalino fa rima con vino. Lascia stare i cicchetti e fatti un calice di Syrah.